A proposito di lingue....

18.02.2014 14:24

Per indicare qualcuno che parla in maniera complicata noi italiani, insieme ai greci, diciamo che “PARLA ARABO”, ma gli arabi a loro volta cosa dicono?
Ebbene per un ARABO la lingua più astrusa è l’INDIANO.
Per la maggior parte dei popoli invece il più difficile resta il CINESE, ma sono in molti ad indicare il GRECO. I cinesi non dicono nulla, forse sono abituati a non essere capiti.

Il FRANCESE quando si sente frainteso dice indifferentemente, ma che parlo JAVANESE, CINESE o EBRAICO?
Mentre il RUMENO dice TURCO e questo a sua volta dice FRANCESE.
Il PERSIANO giustamente ricorda che anche il GIAPPONESE in quanto a difficoltà non scherza e perfino il CECO e il CROATO ritengono che lo SPAGNOLO sia incomprensibile, ma nessuno indica l’ITALIANO come lingua difficile. Molto probabilmente perché non la conoscono, e del resto ormai chi ha più interesse a parlare e studiare la nostra lingua? Il mondo chiede l’inglese come nel seicento aveva bisogno del latino e il nostro dizionario si arricchisce di nuovi termini anglofoni, che lentamente assorbono e si sostituiscono alle belle parole italiane. L’inglese è più pratico, ha un termine e uno solo per ogni cosa, mentre l’italiano è analogico dice tutto e il contrario di tutto. Basta sentire i discorsi dei nostri politici per rendersene conto. E poi l’italiano è faticoso da parlare, devi lavorare di mandibole, pronunciare bene le consonanti per far sentire le vocali attaccate e finali, mentre l’inglese lo puoi parlare a bocca chiusa, senza nessuno sforzo e se non si capisce una mazza, come nelle canzoni tanto per fare un esempio, non fare domande, ti potrebbero rispondere, “ma che parlo, cinese?”

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