LINGUA E CULTURA
Il rapporto tra cultura e lingua è tra i piú evidenti, a partire dal fatto che ogni forma di cultura si trasmette attraverso la lingua, e la lingua stessa è lo strumento primario della riflessione filosofica, o addirittura un'attività creativa ininterrotta che nutre il pensiero.
Difatti sono stati soprattutto í filosofi, nel corso dei secoli, ad occuparsi di questioni fondamentali come il rapporto tra la logica e il linguaggio, o il rapporto tra il linguaggio e gli oggetti della realtà.
Ogni lingua, nella sua evoluzione, accompagna la storia della nazione che la parla, dalle sue origini in poi, fino alla trasformazione della lingua in lingua morta, come è accaduto al greco classico e al latino.
In molte fasi della storia culturale di un paese è proprio la teoria della lingua a rafforzare il sentimento nazionale, o a fornire i fondamenti estetici su cui si sviluppano scuole letterarie e movimenti di pensiero.
Nel caso dell'Italia, che ebbe la sua unificazione politica molto tardi, la lingua e le discussioni linguistiche offrirono un quadro di riferimento che anticipò le condizioni politiche, e permise agli intellettuali di elaborare sentimenti di nazionalità, intesa soprattutto in senso culturale.
In altri casi il nesso lingua-cultura-nazione venne sfruttato fino alle estreme pericolose conseguenze (politica linguistica; nazionalismo linguistico). L'immagine che un paese dà di sé attraverso le proprie istituzioni, ad es. attraverso la scuola, è condizionata anche dalle scelte linguistiche.
Si aggiunga che la lingua, nella sua dimensione storica, si presenta come sede delle stratificazioni successive depositate nel corso delle varie fasi culturali. La storia di una lingua è dunque un'insostituibile chiave di accesso alla storia culturale della nazione. Non solo la storia linguistica accompagna la storia letteraria, ma essa fornisce informazioni sui rapporti con altri popoli e altre culture, attraverso il meccanismo dei prestiti (forestierismo). È il popolo dotato di maggiore prestigio a irradiare la propria cultura, dando alle altre lingue il maggior numero di prestiti.
Quanto al rapporto tra lingua e cultura, va notato che esso fu particolarmente approfondito dalla linguistica idealistica (si pensi a K. Vossler), la quale quasi spostava l'attenzione dallo studio della lingua vera e propria al suo contorno culturale.
Se poi attribuiamo al termine cultura un significato piú moderno, alla luce delle acquisizioni dell'antropologia (cultura = 'sapere' + 'usanze e abitudini di vita'), allora dobbiamo tener presente che la conoscenza e la rappresentazione del reale caratteristica di una comunità viene organizzata nella lingua della comunità stessa (ipotesi di Sapir-Whorf, dal nome di coloro che hanno elaborato questa teoria). La teoria può essere portata alle estreme conseguenze, supponendo ad es. che un popolo la cui lingua ignora le categorie temporali viva in un eterno presente [Whorf 1956].
Secondo altri, invece, la teoria stessa non può essere applicata a singole categorie grammaticali, ma vale come principio generale [Sapir 1921 ]. In un modo o nell'altro, il linguaggio contiene una descrizione del mondo, e come tale esprime la cultura della comunità. I colori, ad es., non sono distinti allo stesso modo da tutti i popoli, i quali, dunque, "tagliano" in modo diverso il continuum rappresentato, allo stato naturale, dalla gamma dell'iride. Per gli Antichi Romani caeruleus valeva per i colori che vanno dal verde-azzurro fino al blu e quasi al nero; purpureus indicava i colori dal rosso al viola e perfino l'azzurro.
Altri esempi del genere potrebbero essere portati in riferimento a distinzioni particolari di una lingua rispetto ad altre, ad es. per le denominazioni inglesi della nebbia, dell'orologio (clock 'del campanile', watch ' da tasca o da polso'), per i nomi di parentela (il latino, ad es., distingue con nomi diversi gli zii paterni e quelli materni, in corrispondenza di diverse situazioni giuridiche). Anche la denominazione dei vegetali nella cultura popolare conosce delle categorizzazioni diverse da quelle scientifiche, con accorpamento di classi che il botanico tiene viceversa ben distinte.
Queste divergenze tra le lingue, piú comuni di quanto sembri, rendono il tradurre una vera e propria operazione culturale, a tutti gli effetti.
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